Teatro

A teatro si riflette sul fenomeno contemporaneo delle migrazioni

A teatro si riflette sul fenomeno contemporaneo delle migrazioni

Da lunedì 22 a domenica 28 febbraio al Teatro della Cooperativa va in scena in prima nazionale "Scusate se non siamo morti in mare", di Emanuele Aldrovandi, testo finalista al Premio Tondelli. Ne sono interpreti Luz Beatriz Lattanzi, Marcello Mocchi, Matthieu Pastore, Daniele Pitari, con la regia di Pablo Solari.

Partendo dal presente e immaginando un possibile futuro, Scusate se non siamo morti in mare si interroga con ironia sulla migrazione, sia come fenomeno politico che come evento naturale.

In un futuro non troppo lontano, la crisi economica – che invece di finire si è aggravata – ha trasformato l’Europa in un continente di emigranti. I cittadini europei, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, cercano di raggiungere i paesi più “ricchi”, ma devono farlo clandestinamente perché questi paesi nel frattempo hanno chiuso le frontiere.
Fra i tanti mezzi per espatriare illegalmente, uno dei più diffusi è il container: i clandestini salgono a bordo, pagano mille dollari alla partenza e mille all’arrivo, senza sapere dove verranno scaricati.
I personaggi di questa storia sono quattro e non hanno nome, sono identificati dalle loro caratteristiche fisiche: il Robusto, la Bella e l’Alto sono i tre migranti e il Morbido è il proprietario del container.

Il testo è diviso in quattro parti. La prima è al porto in attesa della partenza, la seconda è il viaggio per mare dentro il container, la terza è in mezzo al mare dopo il naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiavano e la quarta è un epilogo quasi onirico, forse un’allucinazione: l’arrivo delle balene.